Francis Bacon italianizzato come Francesco Bacone, non contribuì direttamente con nuove scoperte o invenzioni, diversamente da Galileo. Anzi, sottovalutò sia l’importanza dell’astronomia copernicana che quella dell’applicazione della matematica alla scienza. Tuttavia, il suo ruolo nel pensiero del Cinquecento e Seicento è di primo piano, poiché fu un interprete delle potenzialità della scienza moderna, intesa non più come sapere puramente teorico, ma anche come strumento pratico. Secondo Bacone, il fine ultimo della scienza è migliorare la vita umana attraverso la conoscenza della natura. Egli affermava che “sapere è potere” e che la massima aspirazione dell’uomo doveva essere il dominio sulla natura, un dominio ottenuto non con violenza ma attraverso l’obbedienza alle sue leggi, ovvero conoscendola e rispettandola. L’Inghilterra del Seicento, con la sua crescente attenzione alla tecnica, favorì la nascita di una nuova figura intellettuale: l’esperto tecnologico o “practicioner”. ...