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Galileo Galilei


 Nasce a Pisa nel 1564 

Nel 1580 si iscrive all’Università di Pisa dove studia medicina. Abbandona gli studi nel 85 ma continua il suo percorso ottenendo i primi risultati, inventa la bilancia idrostatica per risolvere il dubbio di Gerone (re di Siracusa) che voleva sapere se la sua corona fosse di oro massiccio. Questa bilancia permette di calcolare il peso di un corpo immerso in un liquido. Nel 89 torna all’Università di Pisa come professore e ottiene la cattedra di Matematica. Insegna la teoria geocentrica dell’universo e proprio in questi anni studia il movimento dei corpi celesti e scrive il trattato De Moti che rimane inedito, lo scritto è importante perché Galilei utilizza il metodo induttivo secondo cui si svolgono esperimenti, i cui risultati portano ad una legge, ribaltando l’idea che ci fosse una regola fissa che va dimostrata successivamente.


Nel 92 va ad insegnare matematica a Padova, un ambiente più libero poiché la Repubblica di Venezia non dipende dalla Chiesa. Grazie a queste libertà egli fonda un metodo scientifico, di conseguenza una nuova visione del mondo.  

Nel 1604 avviene una svolta in seguito alla comparsa di una nuova stella, che smentisce la teoria di un cielo immutabile, la stella induca infatti che ci sia movimento. Nel 1609 inventa il cannocchiale che usa per studiare il cielo. 
Nel 1610 rende pubbliche le sue scoperte nell’opera Sidereus nuncius (fasi di Venere e la superficie lunare) e conferma la teoria del sistema eliocentrico, ovvero che è la Terra a girare attorno al Sole e non il contrario, e che quindi è proprio il Sole a stare al centro dell’universo. Quest’opera lo rende famoso in tutta Europa e lo stesso anno torna in Toscana dove ha la possibilità di dedicarsi unicamente alla ricerca scientifica. Tutto ciò crea tensione con la Chiesa dato che manda in frantumi le credenze religiose secondo cui il cielo, voluto da Dio, è immutabile e la Terra sta al centro del’Universo. 
Per questo motivo Galileo scrive delle lettere che vengono presto rese pubbliche, in cui afferma che secondo il suo parere le Sacre Scritture devono occuparsi della cura delle anime e quindi possono usare un linguaggio figurato che non descrive precisamente l’universo. Invece i trattati scientifici devono descrivere le verità concrete. 

Nel 1630 scrive la sua opera più famosa: il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, e data anche la sua vecchiaia, per non riscontrare ulteriori problemi Galilei sottopone il suo lavoro al controllo della Chiesa che cambia il titolo facendolo sembrare una semplice discussione filosofica e culturale. Il libro doveva passare come una raccolta di idee e ipotesi, non di regole scientifiche. Il successo fu immediato, ma anche il ritiro da parte della Chiesa. Nel 1633 subisce un processo dove deve inginocchiarsi e rinnegare tutte le sue scoperte. Non viene arrestato ma costretto a ritirarsi. Nonostante tutto procede con gli studi e muore nel 1642 ad Arcetri. 

= antepone l’osservazione della sensata esperienza
= secondo lui il mondo è scritto in linguaggio matematico e sta all’uomo scoprirlo. 

È fortemente contro l’ipse dixit he determina un sapere astratto senza basarsi sulla realtà 



Galileo Galilei ha dato alla teoria copernicana una verifica empirica, trasformandola da ipotesi a tesi scientifica. Egli dimostrò che il Sole è al centro del sistema planetario, rivoluzionando la scienza con l’uso del telescopio, che nel 1609 costruì per osservare i fenomeni celesti. Tra le sue scoperte: le macchie solari, la struttura montuosa della Luna, e i satelliti di Giove (detti “medicei”). Queste osservazioni, pubblicate nel Sidereus Nuncius (1610), rafforzarono l’accettazione del copernicanesimo, sfidando le concezioni aristoteliche.


Galileo ridefinì il rapporto tra scienza, filosofia e religione. Sosteneva che la Bibbia insegna “come si vada in cielo”, non “come è fatto il cielo”, distinguendo tra la verità rivelata (competenza della Chiesa) e la verità naturale (competenza della scienza). Tuttavia, le sue idee lo portarono al conflitto con la Chiesa: nel 1616 l’eliocentrismo fu condannato, e Galileo, con il Dialogo sopra i due massimi sistemi (1632), fu processato e costretto ad abiurare. Morì nel 1642 ad Arcetri, cieco e isolato.


Il metodo galileiano fonda la scienza moderna sull’integrazione tra esperienza e ragione, osservazione e matematica. Le sue “sensate esperienze” si basano su esperimenti verificabili e un approccio ipotetico-deduttivo: dalle ipotesi si deducono conclusioni matematiche, sottoposte a verifica sperimentale. Galileo considerava l’universo un “libro scritto in lingua matematica”, distinguendo tra qualità oggettive (quantitative) e soggettive (percettive). La scienza, per Galileo, deve studiare i rapporti quantitativi della natura, ignorando ciò che è qualitativo e soggettivo.


Con le sue scoperte e il suo metodo, Galileo non solo rivoluzionò fisica e astronomia, ma gettò le basi della scienza moderna, segnando una svolta epocale nella conoscenza umana.


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